Premesso che:
la legge di bilancio per il 2020 (legge n. 160 del 2019, art. 1, comma 371) aveva istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, il fondo per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle bande musicali, con una dotazione di un milione di euro annui, per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. Successivamente, il decreto-legge n. 162 del 2019, art. 7, comma 10-ter, ha destinato le medesime risorse a copertura di una nuova autorizzazione di spesa, destinata al sostegno, oltre che delle bande, anche di festival e cori;
le bande musicali stimate in Italia, non esistendo un censimento ufficiale, dovrebbero essere circa 5.000 e svolgono una funzione di educazione alla musica, di spettacolo, di arricchimento culturale e di vitalità sociale nel territorio in cui operano, oltre a rappresentare un elemento di forte valorizzazione delle realtà territoriali. Non vi è evento importante, celebrazione, anniversario civile o religioso, nella vita di ogni città o paese in Italia, che non sia "ufficializzato" dalla banda musicale e, quando questa non è presente, l'evento non assume la stessa solennità e importanza e non genera lo stesso gradimento;
attualmente in Italia le bande musicali non sono valorizzate né sostenute con il dovuto impegno, e continuano a sopravvivere solo grazie all'autofinanziamento e alla generosità di coloro che ne apprezzano il valore nei vari aspetti evidenziati;
il decreto ministeriale n. 295 del 24 giugno 2020, denominato "Bando festival, cori e bande", definisce le modalità di presentazione delle domande di contributo, i soggetti ammessi alla presentazione stessa, i criteri di selezione dei progetti, ma, per un incomprensibile motivo, tra i soggetti che possono partecipare al bando non sono previste le singole bande musicali legalmente costituite e i singoli cori, che sarebbero state invece le uniche a dover beneficiare del fondo;
inoltre, un altro aspetto con conseguenze fortemente negative per il settore sta nel fatto che dal bando sono escluse le associazioni e federazioni bandistiche provinciali, che rappresentano migliaia di realtà musicali territoriali; affidare l'esclusiva gestione dei progetti alle sole "associazioni nazionali rappresentative di tutte le associazioni regionali operanti nel settore corale e/o bandistico, le associazioni regionali rappresentative degli organismi corali e bandistici, le istituzioni culturali di rilevanza nazionale ed internazionale operanti nel campo specifico della teoria e della pratica della coralità e della musica popolare amatoriale" significa estromettere dai contributi una larga fetta della realtà bandistica del nostro Paese;
i termini previsti di presentazione della domanda, fissati al 31 luglio 2020, risultano veramente troppo ristretti, visto il perdurare dell'emergenza COVID-19 e la difficoltà a programmare e gestire progetti o eventi che molto probabilmente non potranno svolgersi per tutto il 2020. In questo momento di emergenza è difficile immaginare percorsi e produzioni musicali in presenza, ma anche a distanza, in quanto le realtà bandistiche non sono sufficientemente attrezzate per queste nuove modalità di esecuzione, ma anche considerata la carenza di risorse economiche, essendo le loro attività cessate dal mese di febbraio 2020. Sarebbe perciò auspicabile prevedere uno slittamento della scadenza annuale di presentazione dei progetti al 2021,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda prevedere una modifica del decreto ministeriale n. 295/2020, in modo tale da ricomprendere anche le singole bande e le federazioni provinciali tra i soggetti beneficiari dei contributi, e di considerare l'ipotesi di uno slittamento al 2021 della scadenza annuale di presentazione dei progetti;
se intenda prevedere, per l'anno in corso, un finanziamento concreto, possibilmente a fondo perduto, da versare direttamente alle singole bande musicali, sull'esempio di quanto il Governo sta facendo per aiutare altre realtà economiche e sociali del Paese.